Déjà vu

Queste sono le emozioni e le sensazioni che ho provato e cercato di rappresentare a Fürstenwerder, cittadina della Germania a nord di Berlino.

Per alcuni anni ho partecipato a delle settimane d’arte organizzate dall’amico fraterno Matthias Schilling che, con molta sensibilità e professionalità individua dei territori eccezionali dal punto di vista ambientale e offre a ogni artista la possibilità di conoscerli e frequentarli sentendosi perfettamente a proprio agio, potendo interpretare artisticamente e vivere la natura nella sua genuina autenticità.

Gli artisti partecipano a queste settimane e ognuno interpreta la natura secondo il proprio stile personale e con varie tecniche, tra le quali io prediligo la china.

Questo straordinario territorio offre a chi lo percorre delle situazioni particolari dal punto di vista naturalistico e scenografico che in questo catalogo ho voluto rappresentare.

È indescrivibile come saltino all’occhio alcune visioni straordinarie che la creatività della natura sa offrirci e quando le vedi non puoi sottrarti dal rappresentare artisticamente quell’ambiente incontaminato dove la natura è padrona nel bene e nel male, dove le piante nascono, vivono e muoiono in piena libertà.

Sembra che, nelle loro forme, imitino i comportamenti degli uomini.

Ho trovato una sorprendente analogia fra alcune opere di Van Gogh e quei luoghi che assomigliano in modo straordinario a quanto l’artista aveva riprodotto su alcune sue tele dal vero: le sue impressioni.

Esiste una magica atmosfera in questi paesini dell’Uckermark dove le persone parlano poco e si esprimono solo con un sorriso o con uno sguardo. Nessuno ti disturba e sono incuriositi quando sei all’opera, sembrano quasi offrirti la loro protezione.

Spero che si facciano custodi della natura che li circonda e sappiano proteggere queste inestimabili risorse ambientali.

È raro trovare dei posti di così grande pregio naturalistico. Le piante e gli alberi di Fürstenwerder parlano attraverso le loro forme, i loro portamenti, sembra che esprimano sensazioni universali che con le mie opere ho tentato di descrivere: la dolcezza di due amanti, l’urlo disperato per la fine di un’esistenza, la sobrietà e la discrezione di una persona anziana, il divincolarsi, attraverso insidiosi ostacoli, verso una nuova vita, una richiesta di aiuto, l’accoglienza nei confronti dell’altro, la gioia per un’occasione speciale, l’aver ritrovato un amico che non c’è più.

In mezzo a questi maestosi alberi riesco a vivere sensazioni ed emozioni forti che mi fanno veramente star bene. Questo stato d’animo e quanto questo ambiente mi offre voglio proporlo a voi con lo stessa intensità.

Camminando a contatto con le imponenti creature del bosco ci si sente inizialmente a disagio perché ti sovrastano, e rivendicano la loro presenza, vogliono farsi notare, mostrarsi, esibirsi.

Il dialogo con queste creature inizia attraverso l’osservazione che mi dà l’illusione di aver già vissuto una determinata situazione e di aver già visto quell’immagine nella mia vita. Solo allora ci si rende conto di non essere soli in quel luogo e di parlare lo stesso linguaggio. Sono momenti fantastici, che stimolano nuovi incontri e nuove scoperte.

C’è da augurarsi che queste risorse rimangano immutate e incontaminate e che possano rigenerarsi nel tempo e nello spazio. Il mio desiderio è che la bellezza di quel territorio possa essere fruibile da tutti coloro che hanno la sensibilità di cogliere l’indissolubilità del legame tra uomo e natura.

Carlo Scantamburlo